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OSSERVATORIO LIMITE

Progetto per un'osservazione collettiva sul limite

La locazione di questo Osservatorio sulla linea di confine tra la Repubblica Italiana e quella Slovena, un confine fortemente connotato dagli eventi storici, fornisce una fortunatissima occasione per una riflessione sul concetto di limite.
Su questo confine si è materialmente infranta la concezione unitaria del mondo in due emisferi diversi e contrapposti sin da quando si è verificata la scissione del Sacro romano Impero: l'Oriente e l'Occidente di una medesima dimensione spaziale e sociale.
In anni recenti questo stesso confine faceva parte della lunga cortina di Ferro, sorretta da un fitto duello dialettico, ammesso sia possibile un tale eufemismo per definire il rapporto freddamente bellico e aggressivo caratteristico del conflitto tra due Massimio Sistemi: Capitalismo e Comunismo.
Ancora oggi, dopo la caduta del muro, è un confine ciò che impedisce alla nascente Europa il raggiungimento di un'identità compiuta. Il suo desiderio di unificazione si esprime unicamente nell'allargare ad oriente il proprio limite, cioé, la presunta perfezione di chi, ritrovandosi da solo, si proclama "vincitore". Senza contrappunto alcuno, l'unico Massimo Sistema rimasto trova, sulle recenti rovine dell'Oriente accanto, uno spazio troppo disponibile ad irrobustire la fede in se stesso.
Quest'analisi contestuale è utile alla riflessione che si intende realizzare in Osservatorio limite che riguarda, appunto, il concetto di limite/confine, intendendolo anche come una dimensione mentale.
Una dimensione così profondamente radicata nella nostra esperienza formativa da costituire una vera eredità culturale. Tale, da costringere la nostra esistenza a trovare il proprio equilibrio nella fragilità di una costante opposizione tra Massimi Sistemi: Morale, Sessuale, Razziale, Etnico, Culturale, Territoriale, ecc.
La compiutezza dell'essere si può trovare superando questo limite, là dove la nostra esistenza è in grado di comprendere la contrapposizione degli opposti in un'unica dimensione che li contiene entrambi.
La realizzazione dell'Osservatorio limite intende ribaltare l'unità paradossale dell'opposizione tra Massimi Sistemi che è la responsabile della tensione su cui regge l'esistenza del limite/confine, sia politico sia mentale. Paradossale perchè, seppur questi Massimi Sistemi si ritrovano uniti nel sostenere l'esistenza del limite/confine, si annullano a vicenda una volta esso viene configurandosi. Osservatorio Limite si prefigge, dunque, l'attivazione di una struttura che permetta lo spezzamento di quella tensione unica in tante tensioni, direzionalmente perpendicolari ad essa e alternate fra loro, attraverso le quali sia possibile il riversarsi di una parte del confine verso l'altra e viceversa.
Per la costruzione di questo Osservatorio saranno utilizzate delle strutture individuali (sedie), accostate in senso alternato verso l'uno e l'altro lato del limite/confine e dando luogo ad un insieme corale che divide in tante tensioni, perpendicolari e alterne, la linea immaginaria del limite/confine reale.
A livello visivo questa struttura corale, dotata anche di uno sviluppo in senso verticale, si propone come una barriera che si sovvrappone al concetto preesistente di limite/confine. Ma, diversamente a quanto lì accade, questa struttura favorisce la comunicazione tra entrambi i confinanti, attraverso un gesto collettivo compiuto da persone provenienti da l'uno e l'altro lato del limite/confine, che siedono insieme ad osservare.
Ne risulta una linea la cui forza ed unità sono ora determinate dall'espressione collettiva del desiderio comune di andare oltre, cioé, di sconfinare, di superare il limite. Attraverso l'alternarsi degli sguardi (le persone provenienti dalla Slovenia osservano in direzione dell'Italia e le persone provenienti dall'Italia rivolgono il proprio sguardo riflessivo verso la Slovenia) si sostiene, implicitamente, la decostruzione del limite/confine e si crea quella molteplicità di tensioni auspicata dall'Osservatorio Limite.
Rispetto alla continuità con Osservatorio (1991); Osservatorio Fiume (1994) e Osservatorio Interiore (1997), si è ora di fronte ad un cambiamento sostanziale. Osservatorio Limite (2000) muta il gesto individuale compiuto dall'artista, in un gesto a carattere collettivo. Inoltre, ciò che è consegnato è la strategia di azione contenuta nell'Osservatorio: ogni individuo diventa così un potenziale soggetto responsabile del gesto riflessivo dell'osservazione e non più il destinatario delle riflessioni mediate dall'artista.

anton roca
aprile 2000