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From: Francesco Michi
To: e_night
Subject: Re: Re:fine?

At 00.52 03/06/99 +0200, you wrote:

Cari amici
non sono intervenuto su questa lista per un po' di tempo per vedere cosa
sarebbe successo. Evidentemente il fatto che dicano che la guerra è finita ha
fatto cessare il "desiderio/bisogno/urgenza" di parlare.
O forse pensiamo che non esiste più un argomento di discussione.
La lista si è fermata sulla proposta di Alberto di formulare un
progetto/uscita
comune, alla quale, mi sembra, ha risposto solo Mark chiedendo di considerare
il mantenimento del sito stesso come lavoro comune.

Io non posso dire di essere del tutto soddisfatto di quanto fin qui abbiamo
elaborato.
Temi toccati - come ad esempio le argomentazioni che motivavano la
contestazione all'uso dell'inglese da parte di Alberto - potrebbero aver dato
luogo ad un approfondimento peraltro inerente alo specifico tema della lista.

Ma più che altro sono turbato dall'apparente considerare inutile il dibattito
una volta saputo che "loro" reputano la guerra finita.

Nessuno di noi, credo ha pensato che una nostra azione avrebbe potuto fermare
anche una sola pallottola. Credo che l'impotenza di chi pensa di agire nel
campo della cultura o dell'arte in una situazione di emergenza sia
sufficientemente dimostrata.
E allora qual era la necessità della lista?
Finché rimaniamo nel campo della retorica e del generico pacifismo, secondo
me,
siamo collaboratori di chi getta le bombe e usa le armi. Facciamo solo il
controcanto.
Semplificando brutalmente il mio pensiero ed eliminando la retorica, ritengo
che per un motivo o per l'altro esista gente che (da una parte e dall'altra -
non esiste solo un aggressore, o per lo meno non è esistito in questo caso)
che
accetta il fatto che si possa o si debba risolvere situazioni conflittuali
sparando. Sempre semplificando questo è un modo brutale di vedere il mondo e
non posso essere solidale con nessuno di loro, né ha senso predicare loro un
generico appello alla pace.

E' invece secondo me indispensabile ricordare sempre ed evidenziare quali
siano
o quali sospettiamo che siano gli interessi reali che sono in gioco, quale.
nel
caso del Kosovo, sia l'interesse che ha provocato l'intervento americano,
quale
ricatto - se di ricatto si tratta - sta alla base delle collaborazioni
europee,
quanto c'entrino le mafie locali.
Senz'altro chi ne trarrà vantaggio sarà chi con problemi di rivendicazioni
territoriali ed etniche non c'entra proprio niente.

In una telefonata con me Anton Roca, a proposito della lista, osservava che
forse ha più senso lavorare ad un progetto comune ora che la guerra è finita
potremmo così cooperare tutti affinché cose come questa non succedano più. .
Io però credo che le nostre armi, qualora siano solo quelle di una
rivendicazione di pacifismo, non siano efficaci.
E' possibile invece che esista una prassi artistica più concreta, che sia
improntata ad eliminare retorica e grandi tematiche, e riesca ad esprimere la
dimensione oggettiva nella quale siamo invece immersi, e che è quella degli
interessi economici e politici multinazionali.
Su questa problematica, che forse non ha più il carattere di un'urgenza,
vorrei
che la lista provasse ad esprimersi, nel tempo in cui ci dicono che la
guerra è
"finita".
è tutto, spero di trovare vostre notizie al mio ritorno

ciao
Francesco

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dear friends
first of all I apologize for my bad English it will be a very hard work
for me
to translate such a long intervention.

I made no intervention since a lot of time. But I saw no intervention at all.
Maybe tyhe fact that they say that the war has stopped, let stop also our
"wish/need/urgency" to speek.
Maybe we think that there is no more a subject of discussion
The list has stopped with the proposal of Alberto to formulate a common
project. Only Mark - it seems - answered asking to consider the web site
itself as our common project.

I cannot say to be completely satisfied of what we elaborated till now. The
subject we touched - like the reasons which motivate the objection of Alberto
in using English - was able to create further disscussion.

I am above all displeased that you consider unusefull to continue our
discussion when "they" consider the war has ended.

No one of us , I believe, thought that we could stop even an only projectil. I
think that the impotence in a emergency situation of the ones who work in the
field of arts and culture, it is proved enaugh.
And then what it was the need of this list?
I think that untill we remain in the fiel of the rethoric and of a generic
pacifism, we are - in a certain sense - such collaborator of who throws the
bombs we are their countermelody.
Extremely semplifying my opinions and trying to eliminate the rethoric, I
think
that some people think that we can or must solve conflictual situation by
shooting. Always semplifying, I think that this is a brutal way of seeing the
world and I cannot be on their side, whatever their side is.
Furthermore, I think that with them it is unuseful a generic appeal to peace.
It is indeed indispensable to remember always to highlight which are the
involved interests, which was the reasons of the european intervention, how
mach the local mafias are involved. Ecc..
It is sure that all this will create profits for who is not properly involved
with ethnic and territorial claimings.

Now we could work in a project in which we are less impotent.

Maybe there is an artistic praxis which is enaugh concrete to express the
objectiv dimension of the reality in which we are plunged the one of the
political and econmomical mulinational interests.
About this theme, which maybe has not the character of the urgency, I would
like that the list expresses itself.
It is all.
I hope to find news from you all when I'll come back

Francesco


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