giocattoli

GIOCATTOLI

Francesco Michi & Luca Miti


Alla base di Giocattoli c'è la "pretesa".
La pretesa, ad es., di ottenere fedeltà da strumenti incapaci di produrla.
La pretesa dell'alta fedeltà stessa di esistere.
La pretesa di supplire l'Hi-tech con il Low-tech disponibile.
Nella vita di tutti i giorni, nel momento in cui usiamo gli strumenti elettronici di riproduzione o registrazione non a scopo professionale, ma comunque con intenti musicali, spesso ignoriamo il problema della trasformazione che il suono subisce dalla sorgente alla diffusione.
Tale trasformazione è causata da mezzi inadeguati a compiere con fedeltà la trasduzione del segnale. Ma sopra tutto questo di solito soprassediamo: poco importa se il suono del pianoforte che udiamo nel mangiacassette non ha niente a che vedere, se consideriamo il suo spettro, con il suono di un pianoforte vero.
La pretesa più pretenziosa è di fare di tutte le inadeguatezze e improprietà dell'uso "scadente" della tecnologia casalinga, il materiale, il motivo e la motivazione di un lavoro musicale.

Limiti inferiori.
Ogni macchina ha una sua potenzialità poetica, che sicuramente non si manifesta nelle sue potenzialità più sofisticate, laddove il suo pregio maggiore è di essere schiava del suo utente, capace di dargli i risultati che lui vuole con il massimo della precisione.
Le sue capacità poetiche stanno in ciò che meno sa fare, nei suoi errori, o in ciò che scaturisce da un suo sottouso o cattivo uso: i suoi limiti inferiori sono ciò che nella macchina rappresenta il colopo di genio, l'intuizione fuori della norma.
Questi sono quelli che intendo come limiti inferiori ed è verso di essi che è necessario scagliarsi con l'intento di scovarli ed ascoltare il loro senso.
Ha senso il problema se esista un'obsolescenza della tecnologia?
Se vediamo la questione nei termini sopra enunciati, non ne ha...forse è più produttivo considerare la questione in termini di "gusto" piuttosto che in quelli di oggettiva "problematicità".

La versione eseguita al EXPERIMENTELLE MUSIK FESTIVAL a München nel dicembre 1997 è stata pubblicate in:
Luca Miti, Mansions, ANTS records, Roma, 2001.


RECENSIONE:
Ghost tracks voci e sussurri dal Pescara Electronic Artists Dal 21 al 25 Maggio 2003

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L'indifferenza per gli sfoggi di potenziale tecnologico e l'attenzione ai particolari e al risultato sono emersi anche in due splendide performances musicali. Il microconcerto per radioline, nastri e tucano parlante (!) di Luca Miti e Francesco Michi, ha ridotto ad una mezz'ora di silenzio quasi perfetto l'eterogenea e rumorosa platea di Ecoteca: un'impresa che, anche da sola, gli sarebbe dovuta valere la menzione d'onore. L'uso di una tecnologia assolutamente "popolare" e l'attenzione spasmodica data al contesto e alla gestualità degli artisti hanno reso la performance un momento teatrale di riflessione collettiva, spostando il mirino sulle capacità percettive dei singoli ascoltatori ed invitando, con l'uso di sonorità spesso al limite del silenzio assoluto, ad una rielaborazione personale del suonato. Una direzione, assolutamente fuori dal coro.

Marco Antonini

http://www.designradar.it/



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