SCATOLA DI FIAMMIFERI INTONATA

OGGETTO SONORO
Francesco Michi & Mechi Cena


Negli anni '70 il compositore canadese R. Murray Schafer, nel suo libro "The Tuning of the World" sosteneva la necessità di progettare, per quanto possibile, il nostro ambiente sonoro, azione urgente soprattutto laddove la civiltà, con l'introduzione e l'uso di macchine e macchinari, ne ha compromesso l'intelligibilità.
Il design acustico dovrebbe essere il corrispettivo sonoro di ciò che il design è nella progettazione visiva.

La scatola di fiammiferi intonata è in tutto e per tutto una semplice scatola di fiammiferi, ma le strisce di materiale infiammante, che hanno il compito di innescare l'accensione, non sono più due, ma diventano tre, ed il materiale è disposto regolarmente in strisce intercalate con spazi vuoti.

Sappiamo che il fenomeno acustico è un fenomeno vibratorio:
immaginiamo un suono come un'onda che attraversa un sistema di assi cartesiane: parte dal punto zero, sale fino al picco positivo, scende passando per lo zero al picco negativo, e risale al punto zero. Chiamiamo questo ciclo "periodo", e la frequenza di un suono è determinata dal numero di periodi misurati nell'unità di tempo. La frequenza determina l'altezza di una nota.

Ma torniamo alla nostra scatola di fiammiferi.
Se disponiamo regolarmente le strisce di materiale abrasivo sulla scatola, intercalandole con spazi vuoti, possiamo immaginare che lo sfregamento perpendicolare di un fiammifero provocherà un picco positivo quando incontrerà una striscia di infiammante e un picco negativo quando incontrerà il cartone. Sfregando il fiammifero per accenderlo otterremo, quindi, un segnale periodico, intonato tanto quanto la nota di un qualsiasi strumento musicale vero e proprio.

Sul nostro strumento/scatola di fiammiferi abbiamo a disposizione tre corde ovvero tre zone diverse dove le strisce infiammanti sono disposte a distanze diverse: 0.5 mm, 0.25 mm, 0.37 mm. I rapporti sono di 1/2 e 3/2. Per parlare in termini musicali questi rapporti corrispondono ad un intervallo di quinta ed uno di ottava.
Questi sono comunemente ritenuti gli intervalli più arcaici e semplici sia della tradizione occidentale che di molte altre etnie.

Questo strumento dunque, è uno strumento della quotidianità. Concerti negli ormai pochi spazi pubblici per fumatori, o nelle cucine tra le 11 e le 13. Strumento effimero, e non solo perché l'archetto dopo una nota si accende e brucia, ma soprattutto perché destinato ad attenti ascoltatori occasionali incrociati in situazioni irripetibili.

Va da sé che, come in una qualunque scatola di fiammiferi, ogni accensione comporta il crearsi di segni di usura: compete ad ognuno la scelta se utilizzare questa scatoletta come oggetto, o salvaguardarne l’integrità come opera.

1986 - prototipo
2009 - multiplo in 50 esemplari numerati
F.lli FORMAT – architetture sonore –
Progettazione e realizzazione: Francesco Michi e Mechi Cena
Serigrafia: Giorgio Ulivi


scheda

 

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